“Questi sono certamente prodotti di fissione nucleare, molto probabilmente da una fonte civile”, ha detto un portavoce del CTBTO di Vienna, riferendosi alla reazione a catena atomica che genera calore in un reattore nucleare. “Siamo in grado di indicare la probabile regione della fonte, ma è al di fuori del mandato del CTBTO identificare l’origine esatta”, ha aggiunto. Dalla mappa sembrerebbe che la fonte sia la zona occidentale della Russia ma quest’ultima ha negato il proprio coinvolgimento. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato: “Abbiamo un sistema di monitoraggio della sicurezza dei livelli di radiazione assolutamente avanzato e non ci sono allarmi di emergenza. Non conosciamo la fonte di queste informazioni.” L’agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA) ha chiesto agli Stati membri di segnalare qualsiasi evento associato alla presenza delle sostanza radioattive e se questi radioisotopi siano stati rilevati nei paesi e rassicura che i 29 paesi membri “hanno riferito volontariamente all’AIEA che non vi erano stati eventi sul loro territorio che potrebbero aver causato le concentrazioni di aria di Ru-103, Cs-134 e Cs-137. Hanno anche fornito informazioni sulle proprie misurazioni e risultati. Inoltre, alcuni paesi che non sono stati contattati dall’IAEA – Algeria, Georgia, Tagikistan e Emirati Arabi Uniti – hanno riferito volontariamente informazioni sulle loro misurazioni e che non vi sono stati eventi sul loro territorio.