Tutti noi abbiamo sentito parlare di “Fake News” o di “bufale” e della loro diffusione sul web, ma malgrado l’argomento sia molto interessante e complesso, spesso viene trattato con superficialità o, nei casi “peggiori”, come forma di censura preventiva. Iniziamo con lo spiegare cos’è secondo il dizionario “treccani” una fake news:
“fake news”. Locuzione inglese (lett. notizie false), entrata in uso nel primo decennio del XXI secolo per designare un’informazione in parte o del tutto non corrispondente al vero, divulgata intenzionalmente o inintenzionalmente attraverso il Web, i media o le tecnologie digitali di comunicazione, e caratterizzata da un’apparente plausibilità, quest’ultima alimentata da un sistema distorto di aspettative dell’opinione pubblica e da un’amplificazione dei pregiudizi che ne sono alla base, ciò che ne agevola la condivisione e la diffusione pur in assenza di una verifica delle fonti. Corrispondente grosso modo all’italiano bufala mediatica – sebbene quest’ultima espressione faccia generalmente riferimento a notizie del tutto prive di veridicità – e utilizzato prevalentemente in ambito politico, il neologismo ha conosciuto amplissima diffusione a partire dal 2016, ed è entrato prepotentemente nel lessico giornalistico grazie all’impiego fattone l’anno successivo dal neoeletto D. Trump per sostanziare le sue campagne contro i mezzi di informazione. Al 2018 numerosi studiosi di comunicazione hanno criticato il suo impiego, sottolineandone la genericità e l’eccessiva diffusione, e hanno posto in connessione il fenomeno che essa designa con il più ampio concetto di postverità, intesa come pseudoverità costruita attraverso scelte individuali e collettive che fanno perno sull’emotività e le convinzioni condivise dall’opinione pubblica prescindendo del tutto o in parte dalla conformità con il reale.”
Dopo aver definito i termini in questione, possiamo passare ad esaminare alcune distorsioni che si stanno verificando nei media cosi detti “ufficiali” o “sicuri”.
La prima dissonanza che si può notare è il fattore temporale: ossia alcune notizie che sono state etichettate come “fake news”, con il passare del tempo sono diventate notizie vere o viceversa. Per fare un esempio specifico possiamo utilizzare le informazioni diffuse da alcuni siti rilevanti e istituzionali che possono chiarirci meglio la situazione attuale:
il sito del “ministero della salute” qualche giorno fa ha diffuso un articolo per smentire 33 notizie definendole fake news: una di queste, la n°6, in particolare ha attirato la nostra attenzione. Riportiamo quanto scritto:
“6. Gli animali domestici possono trasmettere il virus ?
Non esiste alcuna evidenza scientifica che gli animali domestici, quali cani e gatti, possano contrarre il nuovo coronavirus e trasmetterlo all’uomo. Come regola generale di igiene si consiglia però di lavarsi bene le mani con il sapone dopo il contatto con gli animali, comune prassi per proteggersi da altri microrganismi che possono invece essere trasmessi dagli animali all’uomo.”
In questa affermazione, quindi, si esclude a priori, come una certezza assoluta, che la trasmissione del virus non possa essere diffusa da animale a uomo o viceversa; tuttavia, facendo una breve ricerca su internet, si scopre che altri siti istituzionali, in parte o del tutto, smentiscono questa notizia. Vediamo quali sono e cosa affermano.
Il primo articolo è tratto da un approfondimento dell’Istituto superiore di sanità del 12 febbraio 2020 ed è intitolato: “COVID-19, molto probabile un ruolo per i pipistrelli, ma si cerca ancora l’ospite intermedio“.
Nell’articolo si cerca di far chiarezza sulle presunte origini del covid-19 e si afferma, con certezza assoluta, che questo fa parte della famiglia dei coronavirus. E fin qui tutto ok.
Tuttavia ad un certo punto dell’articolo si afferma: “Studi del genoma e della biologia dei coronavirus (CoV), in particolare di SARS-CoV, hanno evidenziato frequenti passaggi a diversi ospiti, sia passaggi da animali all’uomo (zoonosi), da uomo ad animali (zoonosi inversa) o da una specie animale ad un’altra specie animale diversa.”
Quindi, anche se si afferma che una zoonosi o una zoonosi inversa dei coronavirus, compreso il covid-19, “potrebbe essere possibile”, la notizia della trasmissione da animale domestico a uomo viene esclusa al 100% ed etichettata come “fake”.
Ma non è tutto. Nello stesso articolo si afferma che alcuni studi, anch’essi effettuati sui coronavirus, hanno confermato che in alcuni casi questo passaggio è possibile. Riportiamo testualmente: “Dal punto di vista molecolare, gli aspetti che consentono ai coronavirus di infettare diverse specie animali e l’uomo possono dipendere da: 1. Modifiche e mutazioni nella proteina superficiale del virus che funge da recettore (le punte o “spike” del virus) e favorisce l’attacco del virus ai recettori delle cellule del nuovo ospite ed il suo ingresso nella cellula per replicarsi. 2. Possibilità di ingresso nella cellula indipendente dal legame tra proteina virale e recettore come via alternativa per la trasmissione tra le diverse specie animali e l’uomo…”
Nell’articolo si precisa che non ci sono ancora studi scientifici che dimostrino tale passaggio per il covid-19, ma queste affermazioni rendono una fake news la notizia uscita dal sito del governo; oppure viceversa, dipende dai punti di vista o dalla rilevanza che si dà alle fonti.
Un’altra notiza rilevante bollata come fake riguarda il video del Tgr leonardo, dove veniva evidenziata la “possibilità” di un laboratorio di ricerca di creare “virus geneticamente modificati” per prevenire e studiare epidemie future. video
NEL VIDEO SI DICE QUANTO SEGUE: “E’ un esperimento, certo, ma preoccupa tanti scienziati che un gruppo di ricercatori cinesi innesti una proteina presa dai pipistrelli sul virus della sars, la polmonite acuta, ricavato da topi. Ne esce un super virus che potrebbe colpire l’uomo. Resta chiuso nei laboratori, ovvio, serve solo per motivi di studio, ma vale la pena correre il rischio, creare una minaccia così grande solo per poterla esaminare?”
Il video in questione è stato bersaglio di vari attacchi e critiche perchè allo stato attuale “non risulta che il covid-19 sia stato creato in laboratorio” e, anzi, questa tesi verrebbe del tutto smentita. Ma se ascoltiamo attentamente tutto l’approfondimento si comprende che “in nessuna parte del video viene diffusa questa affermazione falsa”, anche perchè il video è del 2015… Allora viene da chiedersi: perchè questo servizio è diventato una “fake news”?
La risposta è semplice: alcune persone, singoli cittadini o esponenti politici di spicco, hanno chiarmente distorto il senso del video è hanno fatto una connessione logica tra i fatti, ossia:
1. virus della famiglia della sars; 2. innesto nei pipistrelli; 3. contagio passato tra animale a uomo; 4. virus creato nei laboratori di wuhan… Giusto o sbagliato che sia questo ragionamento, non cambia tuttavia il fatto che la notizia diffusa dal Tgr Leonardo è vera al 100%.
In poche parole si vuole sminuire un’informazione molto rilevante come quella della creazione in laboratorio di un virus molto infettivo capace di passare da un animale all’uomo, cercando di minimizzare il tutto: questa non è libertà d’informazione.
Su un articolo della stampa leggiamo: “Siamo consapevoli che questa storia è usata per sostenere teorie infondate sull’origine da laboratorio del nuovo coronavirus che causa Covid-19. Non c’è nessuna prova che questo sia vero: gli scienziati ritengono invece che l’origine più probabile del virus sia animale”.
Se proprio si voleva fare qualche precisazione, sarebbe stato più opportuno dire cosi: “E’ vero che nei laboratori di Wuhan sono stati creati dei virus altamente contagiosi per l’uomo, ma attualmente è escluso che il covid-19 ne faccia parte”. Ma forse si aveva il timore che così facendo l’opinione pubblica non avrebbe creduto alle istituzioni, e per questo si è cercato di evitare il problema sul nascere, con una forzatura e un pò di astuzia.
Per concludere questo nostro approfondimento, vogliamo portare alla vostra attenzione la notiza della creazione di una task force creata dal governo per cercare di “limitare le bufale o le fake news”, molto probabilmente con la facoltà di oscurare o cancellare articoli o post che possano rientrare in questa definizione.
La cosa interessante di questo gruppo, creato dal giorno alla notte, è la sua composizione; nello specifico leggiamo che ne fanno parte: “rappresentanti del ministero della Salute, della Protezione civile e dell’Agcom. Più una serie di esperti a titolo gratuito, fra cui giornalisti, specialisti della comunicazione e del fact-checking come Riccardo Luna (giornalista e scrittore, nonché editorialista di Repubblica), Francesco Piccinini (direttore di Fanpage), David Puente (responsabile fact-checking per il giornale online Open), Ruben Razzante (professore di diritto dell’informazione alla Cattolica di Milano), Luisa Verdoliva (docente di Elaborazione dei segnali multimediali alla Federico II di Napoli), Giovanni Zagni (direttore di Pagella Politica), Fabiana Zollo (ricercatrice sui flussi informativi online alla Ca’ Foscari di Venezia). E il medico Roberta Villa, già collaboratrice del sito anti-bufale in medicina Dottore ma è vero che? dell’Ordine nazionale dei medici.”
Chiariamo che nutriamo tutto il rispetto per i giornalisti sopra citati e per la libertà di stampa in generale; ma ci chiediamo come sia possibile che a dirigere tale task force ci siano direttori di giornali che per loro stessa ammissione “vivono sulle fake news”, come David Puente (responsabile fact-checking per il giornale online Open) o direttori che, per certo, reputano le notizie diffuse dai siti online “una concorrenza”.
Ci chiediamo innanzitutto se la libertà di espressione possa essere garantita da coloro che hanno degli interessi economici in gioco; allo stesso tempo ci sembra ragionevolmente impossibile che tra le varie censure che questo gruppo si appresta a mettere in atto compariranno mai i giornali sopra citati.
Per fare un esempio, mettiamo che decidessimo di pubblicare l’approfondimento del sito “fanpage del 2011”, il cui direttore fa parte del “gruppo anti fake”, dove si afferma che è stato creato in laboratorio un virus altamente pericoloso: “Era un virus letale ed ora, grazie ad appena cinque modificazioni genetiche, è diventato un virus letale ad altissima contagiosità: a tal punto che, secondo alcuni, sarebbe in grado di sterminare metà della popolazione mondiale…”; più avanti leggiamo ancora: “”uno dei virus più pericolosi che siano stati mai prodotti”, così definito dallo stesso Fouchier, ha inevitabilmente attratto aspre critiche. Al momento, virologi delle Università del Wisconsin e di Tokyo stanno lavorando a ricerche sul medesimo argomento”.
Pensate che il direttore di Fanpage censurerebbe un suo stesso post?
Comunque, sperando di non essere inclusi nella “lista nera” per questo articolo, vi garantiamo che continueremo a condividere tutto quello che riteniamo sia utile per voi e, anche se delle volte potremo sbagliare, vi assicuriamo che non lo facciamo per “disinformare o per acchiappare like”. Lo facciamo perchè siamo semplicemente umani.