Post difficile. Agli albori di internet, circolava l’idea che chi proponeva di regolare internet con metodi di democrazia diretta degli stessi utenti, era praticamente un fascista o stalinista totalitarista; perchè voleva regolare una struttura che doveva restare libera e questo proprio perchè senza regole. Dicevano che era intrinsecamente anarchica.
La realtà era che pochi individui carismatici avevano voce in capitolo. Oggi è chiarissimo che internet non è intrinsecamente anarchica e che quell’anarco-individualismo era la porta dell’anarco-capitalismo attuale.
Agli inizi del movimento 5 stelle si diceva che “uno vale uno” e che il movimento mai e poi mai doveva avere uno statuto, e nemmeno doveva presentarsi alle elezioni; per non trasformarsi in un partito come gli altri; la realtà era che senza regole esplicite per la definizione e il controllo della organizzazione, pochi individui governavano e guidavano con il loro carisma e con il monitoraggio e il controllo degli strumenti di comunicazione (così è stato ed è).
Poi fu chiarissimo che l’assenza di regole era per garantirsi il controllo, tanto che poi, il “profeta,” si presentò con uno statuto-non-statuto, tutto costruito da lui e dal suo amichetto, che stabiliva che lui era il capo e lui era il solo possessore del nome e del simbolo del partito-non-partito. Adesso, ci risiamo? possiamo evitare di continuamente ripetere sempre gli stessi errori?
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Il potere non puoi eliminarlo. Quasi come pensare di eliminare la forza, in sè. O lo controlli, o ne sei controllato. Dire che non lo vuoi e non vuoi strutture per il controllo e l’esercizio del potere, è consegnarsi a chi lo userà comunque. Questo vale anche per il prossimo futuro controllo digitale. Se si sostiene che è il popolo (o i membri di una organizzazione) ad avere il diritto di stabilire come usare il potere, allora voglio vedere strumenti concreti per farlo. Il resto è noia. Mortale.