Strepitosa intervista del ministro delle finanze svedese Magdalena Andersson al quotidiano francese #LeMonde. Ovviamente dice che il Recovery Fund è troppo grande e che servono comunque più condizionalità. Poco male, c’era da aspettarselo. Ma non è questa la parte che più mi ha colpito dell’intervista. Il passaggio secondo me più interessante è questo: <<Il fatto che abbiamo un debito/pil tra i più bassi in Europa (al 35%) non è successo così per caso. Non è un dono di Dio ma il risultato di uno sforzo. Per decenni gli svedesi hanno pagato più tasse rispetto ai soldi percepiti dallo Stato. Abbiamo così potuto rimborsare il nostro debito pubblico in questi ultimi 20 anni. Non è successo dapertutto.>>. Caspita che bravi questi svedesi, in venti anni sono riusciti in un impresa titanica: riuscire a dimezzare la percentuale di debito sul pil e questo senza che si siano saputi di grandi sacrifici da parte di quel popolo. Niente disoccupazione dilagante, niente raddoppio della mortalità infantile come in Grecia, niente tagli al prospero e generosissimo welfare per il quale la florida e civilissima nazione è famosa in tutto il mondo. Ma come avranno fatto ad ottenere un simile miracolo? E’ un caso da studiare, tutti gli economisti del mondo dovrebbero correre in Svezia per imparare come si fa. Proviamo a capire. Il Miracolo Svedese è avvenuto negli ultimi 20 anni a detta della stessa ministra. Andiamo a verificare nel grafico storico del rapporto debito/pil svedese (Figura 1): effettivamente è vero, il rapporto è passato dal 70% a meno del 40%. Titanico. Mitico. Miracoloso. Prodigioso. Ma cosa è accaduto esattamente venti anni fa? C’è stato qualcosa che ha riguardato la UE? E sì, qualcosa è accaduto. E’ nato l’Euro. E la Svezia pensò bene di tenersi le sue corone svedesi. Andiamo a vedere il tasso di cambio tra l’Euro e la Corona Svedese, per curiosità (figura 2). Ecco, per esempio nella terribile crisi del 2008 che ha distrutto ricchezza in tutto il mondo la piccola Corona Svedese si è svalutata di circa il 20% rispetto all’Euro. E questo che significa? Semplice, significa che le aziende svedesi in quella fase grazie alla svalutazione (che in questo caso si chiama “competitiva”) potevano vendere nel mercato comune con uno sconto del 20% rispetto alle aziende che avevano l’Euro. Semplicemente gli svedesi nella crisi del 2008 e degli anni successivi hanno scaricato la crisi sugli altri paesi del Mercato Unico, non perdendo posti di lavoro, fatturato, pil, gettito fiscale e in definitiva prosperando sulle spalle degli altri che si sono ritrovati a pagare anche la quota di crisi spettante alla Svezia. E tutto questo senza alcun sacrificio, ma solo grazie alla magia monetaria della svalutazione competitiva. Per fare un esempio, la Ikea (che detto tra noi fa mobili qualitativamente impresentabili rispetto a quelli italiani) guadagnava quote di mercato e i nostri fallivano o si ridimensionavano. Magari ve li ricordate i nostri mobilieri; persone che non possono essere manco definite artigiani, ma più giustamente artisti. Facciamo i nomi come direbbe Conte: Merloni, Scavolini, Berloni. Ecco, magari ora che pascolate alla Ikea ve li siete dimenticati. Così è nato il miracolo svedese. E poi non paghi di averci derubati (di ricchezza, di posti di lavoro, di gettito fiscale) ti fanno pure la morale spacciando le loro svalutazioni competitive per sacrifici mai fatti. Eccoli qui i virtuosi paesi del Nord. Pirati.