“la Ue piace a chi ha soldi in tasca ed è contestata da chi fatica ad arrivare a fine mese.”
è proprio il Cise, il Centro studi elettorali della Luiss, guidato da Roberto D’ Alimonte, che ieri ha pubblicato l’ analisi di un sondaggio ritenuto sorprendente dagli stessi autori. Visto ciò che è accaduto durante i mesi dell’ epidemia, infatti, oggi il 53% degli italiani vorrebbe rivedere i rapporti con l’ Unione europea: il 18% è favorevole ad abbandonare l’ euro e il 35% auspica addirittura la soluzione estrema, la completa uscita dalla Ue.
La percezione che i nostri connazionali hanno delle istituzioni europee e della «solidarietà» degli altri Paesi è dunque mutata in modo profondo. Per il resto, lo studio conferma le divisioni già note: la Ue piace a chi ha soldi in tasca ed è contestata da chi fatica ad arrivare a fine mese. Imprenditori e dirigenti, i cui affari spesso travalicano i confini nazionali, continuano a dare un giudizio positivo dell’ appartenenza all’ Unione, promossa dal 52% di loro (i contrari sono il 32%). Sul fronte opposto ci sono i disoccupati e gli operai, un’ ampia maggioranza dei quali (58 e 57%) ritiene dannoso tale legame. L’ IRA DEI COMMERCIANTI Particolare attenzione meritano i commercianti, forse la categoria più colpita dalla sospensione delle attività: oggi il 38% di loro chiede di uscire dall’ euro (ma non dall’ Unione) e il 26% vedrebbe con favore una completa Italexit. In altre parole, solo il 36% dei commercianti vuole restare nella Ue alle condizioni attuali