L’Aifa segnala in 211 giorni di somministrazioni a fronte di 65.926.591 dosi complessive di vaccino inoculate (prima e seconda dose) “84.322 segnalazioni di evento avverso successivo alla vaccinazione”. “L’87,1% delle segnalazioni”, cioè di queste 84.322 segnalazioni, “è riferita a eventi non gravi, mentre “il 12,8% a eventi avversi gravi”, ospedalizzazioni, paralisi, pericolo di vita, morti, eccetera. Lo 0,6% di queste 84.322 sono decessi, scrive Aifa a pagina 11
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Aifa scrive ancora: “Complessivamente, il 43% di tutte le segnalazioni gravi valutate (3.453/8.032) è correlabile alla vaccinazione, il 35% (2.800/6.306) è indeterminato, il 19% (1.562/8.032) è non correlabile e il 3% (215/8.032) inclassificabile”. Poi dopo scrivono il contrario: “il 59,9% dei casi è non correlabile, il 33,2% indeterminato e il 4,5% inclassificabile”.
Il diritto di avere risposte sul vaccino, di cui parla tanto il filosofo Massimo Cacciari, è una chimera ed è probabile che resti tale, e la non risposta di Aifa, in questo caso, è già di per sé una risposta che ci fa tremare i polsi.
Se dopo quasi 2 anni di pandemia e una tensione sociale diffusa sulla lotta al Covid e sulla vaccinazione di massa siamo a questo vuol dire che forse non è sbagliato pensare che il vaccino sia diventato più una fede incrollabile, su cui non si possono fare domande, che un farmaco da vigilare come tutti gli altri.
Sorgente: Aifa, 2 morti al giorno post vaccini. Ma i vertici non rispondono: è crisi