La presenza di DNA umano nei vaccini può condurre nel medio e lungo termine allo sviluppo di malattie autoimmuni.
L’ingegneria genetica è, solitamente, indicata come “(…) l’alterazione del materiale genetico o ereditario di un organismo per eliminare caratteristiche indesiderabili o per produrne di nuove desiderabili”2.
Queste tecniche sono state utilizzate in alimenti di ogni tipo ma anche con lo scopo di curare malattie sopravvenute in occasione di mutazioni genetiche, appunto, come la fibrosi cistica, il diabete e altre malattie invalidanti. Sono, quindi tecnologie in grado di migliorare la vita di molti ammalati.
Tuttavia i vantaggi della genetica di sintesi non è priva di rischi, ad esempio applicata ad una specie vegetale utilizzata per l’alimentazione, può indurre reazioni allergiche di varia entità impreviste e non riscontrate nella forma originale di quell’alimento e, addirittura, provocare effetti tossici per l’organismo ricevente. Inoltre queste tecniche possono indurre una resistenza agli antibiotici in quanto vengono utilizzati come ‘marcatori selezionabili’, cioè servono ad identificare le cellule che hanno assorbito geni estranei e che rimangono funzionanti negli alimenti geneticamente modificati.
La resistenza sviluppata in chi assume alimenti contenenti questi marcatori potrebbe avere effetti letali anche perché il processo di mutazione non può essere invertito.
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Sorgente: Lettera aperta ai parlamentari e alla Commissione Europea: “Nessun passaporto vaccinale Europeo!” –