×

SOSTIENI RASSEGNA STAMPA 2.0

“La libertà di espressione va esercita con responsabilità. La libertà di parola e la libertà d'azione non hanno significato senza la libertà di pensiero e non c'è libertà di pensiero senza il dubbio. Dire quello che pensi certo ti danneggia in società: ma la libertà di parola vale più di mille inviti.”

  • Categoria dell'articolo:Politica

Sono un’emergenza nell’emergenza Li abbiamo dimenticati. Sono chiusi nelle loro camere sdraiati sul letto con lo smartphone tra le mani, alle prese con i giga, troppo pochi, chi lo poteva immaginare che dovessero servire per le lezioni della didattica a distanza. Oppure il naso puntato verso il tablet, a cercare su Netflix una serie che valga la pena guardare, facendo finta che la notte sia ancora da vivere, chi ci va a letto prima delle tre, domani non c’è scuola.  Si danno appuntamento in videochiamata, ma la voglia di raccontarsi, di capire che cosa sta succedendo intorno a loro e dentro di loro è una strada accidentata e sempre meno percorribile. Quelli fortunati prendono il sole in giardino, fanno ginnastica sul terrazzo con il vicino che sbircia dalla finestra, hanno un fratello con cui bisticciare, un genitore nevrastenico che continua a domandare perché la prof di filosofia non si è ancora collegata. Quasi tutti leggono un libro, studiano, contano i giorni, pensano che ripartire prima o poi si ripartirà. Cominciano ad avere paura.  Li abbiamo dimenticati. Sono gli adolescenti che fino agli ultimi giorni di febbraio frequentavano le scuole d’Italia, i licei, gli istituti professionali, prendevano gli autobus e i treni all’inizio della loro giornata, poi prendevano appunti sui banchi di scuola, si davano il cinque con gli amici, dispensavano baci alle compagne tutte le mattine prima che cominciassero le lezioni.

.  Dei fratelli più piccoli ci siamo occupati. Esistono. Se non altro perché politici e comitati attivi nell’emergenza sono stati costretti a chiedersi a quali adulti affidarli quando i genitori si recano al lavoro o dovranno tornare a farlo, come pagare le babysitter, come garantire un minimo di passeggiata a chi da solo non può andare da nessuna parte, nemmeno a fare la spesa, come fargli passare il tempo. I più piccoli hanno riscoperto il Monopoli, i giochi solitari modello Corriere dei Piccoli, i regali di Natale che era stati accantonati già a santo Stefano.  I più grandi, quelli per cui l’esame di terza media è solo un ricordo, invece sono scomparsi dalle pagine dei nostri giornali. Esistono perché esiste la didattica a distanza. Li percepiamo nel tentativo di connettersi a qualche cosa, sia pure fosse solo la lezione di matematica. Per il resto non si ammalano, sono rimasti disciplinatamente al loro posto, per loro #iorestoacasa non è suonato come un invito ma è stato un atto di obbedienza cieca…

Eppure improvvisamente, nel giro di due settimane tra letargo e presa di coscienza, hanno visto cambiare la vita. La loro e quella intorno a loro. Non sono più gli invincibili, gli arroganti, gli sfrontati. Non sono nemmeno i timidi, gli assonnati, gli annoiati. Non sono gli sdraiati, malgrado in una posizione da triclinio passino buona parte della giornata. Hanno scoperto di essere fragili e che il mondo non è quello della festa perenne a cui erano abituati, non è tutto rose e aperitivi. Hanno capito che gli adulti sono disorientati e hanno dovuto rendersene conto in un momento della propria esistenza in cui si è disorientati per definizione…

I ragazzi stanno cominciando a capire che il mondo di dopo non sarà esattamente come quello di prima, che non si ricomincia dallo stesso giorno e dallo stesso punto in cui il percorso si è interrotto. Vorrebbero capire, ma non solo non hanno risposte ai loro dubbi, non conoscono nemmeno le domande. Se ne stanno in silenzio, un poco di più di come facevano prima. Forse noi, gli adulti, quelli che l’esame di Stato ormai lo sognano da decenni, dovremo cominciare a dire loro qualcosa, dimostrare a noi e a loro che ci sono, che esistono.  Loro, gli scomparsi, quelli che i bollettini della Protezione civile non considerano, che i giornali non sanno raccontare, vorrebbero ancora rispondere “tutto bene” alla distratta domanda del genitore su come è andata oggi a scuola. Invece non sanno che dire

 

Fonte

 

LASCIA UN COMMENTO:

Rassegna Stampa

“La prima regola del giornalismo è sapere ciò che si vuole apprendere, la seconda è trovare chi è in grado di dare le informazioni che si stanno cercando.”

SEGUICI SU TUTTI I SOCIAL NETWORK

SOSTIENI RASSEGNA STAMPA 2.0

“Essi considerano come loro peggior nemico chi dice loro la verità” (Platone) e noi per circa dieci anni siamo andati avanti sfruttando proprio la nostra passione per la verità e le notizie “scomode”, adesso però abbiamo bisogno del vostro aiuto.

Sostieni la Controinformazione libera e indipendente

1.110€ su 10.000€ raccolti
Informazioni Personali

Termini

Totale Donazione: 20,00€

l’articolo continua dopo il testo — Abbiamo bisogno del vostro sostegno per continuare a fare controinformazione, abbiamo bisogno di voi: Nell’arco degli anni Rassegna stampa,  una redazione composta da un giornalista freelance editore libero e un super grafico , hanno diffuso più di 3237 articoli di controinformazione , 258 video reportage , riunito più di 2470 iscritti al canale YouTube, 11.200 iscritti alla pagina ufficiale di Rassegna stampa, 4250 iscritti al gruppo collegato, 124.000 iscritti al gruppo italexit su fb (che ora rischia la chiusura), 1 milione e mezzo di utenti attivi nel sito…
Tutto questo in 10 anni di lotte per la libertà e la giustizia  senza timore delle conseguenze . Perchè chiediamo il vostro sostegno?  Perché l’impegno personale che mettiamo non è più sufficiente, perché i costi  aumentano , perché oggi abbiamo bisogno di un informazione diversa, pulita, vera, fatta con il cuore, senza doppi fini e abbiamo bisogno che questa informazione sia costante, 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Non abbiamo la pretesa di essere i migliori e sappiamo bene che non siamo gli unici…  ma sicuramente una cosa possiamo  garantirla :  siamo i più coerenti, passionali, genuini e empatici che ci sono in circolazione e se ritieni che questo possa bastare,  aiutaci e sostieni la nostra lotta contro i poteri forti. Una piccola donazione per te può sembrare poco ma per noi è molto, sopratutto oggi, sopratutto adesso—

Seguici su Telegram  https://t.me/RassegnaStampa2Punto0