LA NOSTRA PROPOSTA: Alla luce delle osservazioni contenute nei paragrafi precedenti, è chiaro che, ricorrendo alla “solidarietà europea”, l’Italia avrà a disposizione meno liquidità, in proporzione alle necessità, rispetto a tutti gli altri Stati al mondo dotati di sovranità monetaria (e ai vincitori della gara indetta a Maastricht, che siano membri dell’Unione Monetaria); è chiaro altresì che l’Italia non potrà far fronte a tutte le sue necessità, come invece potranno altri Stati dotati di sovranità monetaria (o vincitori della gara europea), e che sarà sottoposta a condizionalità alle quali gli Stati dotati di sovranità monetaria o vincitori della gara europea non saranno sottoposti. Questa sventura si può evitare soltanto violando unilateralmente i Trattati Europei. Non è nemmeno pensabile che la salvezza delle vite dei cittadini, il sostegno economico alle famiglie e alle imprese e i provvedimenti strategici necessari dipendano dal consenso degli organi europei e debbano attendere la pronuncia della Corte Costituzionale tedesca. Non è pensabile accontentarci di meno di quanto avremo bisogno, a condizioni onerose e sempre che la Corte Costituzionale tedesca dica sì. Non ha senso. Devono riconoscerlo anche gli europeisti più incalliti. Pertanto, se non esiste al Ministero del Tesoro e in Banca d’Italia un piano di emergenza (il famoso piano B) che riesca a mettere in circolo con immediatezza, sia in biglietti sia in moneta bancaria tramite il circuito bancario, la nuova Lira, che inizialmente avrà circolazione parallela all’euro (tutti i soggetti saranno obbligati ad accettarla: una Lira varrà un euro), allora lo Stato italiano riterrà sospesi (violerà) gli artt. 123 TFUE – che vieta la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia da parte della Banca d’Italia allo Stato – e 128 TFUE, che riconosce alla sola Banca Centrale Europea il potere di emettere banconote in euro. Il Parlamento italiano con immediatezza autorizzerà, con legge di conversione di un decreto legge, la Banca d’Italia a concedere al Tesoro un’anticipazione straordinaria pari almeno all’8% del PIL del 2019 al tasso dello 0%, con previsione di un ulteriore accredito pari al 7% del PIL, sempre al tasso di interesse dello 0%, salvo spese di conto determinate in misura fissa. Con il predetto decreto legge saranno nel frattempo sottoposti ad autorizzazione amministrativa tutti i pagamenti e gli spostamenti di capitali dall’Italia verso l’estero. Il Governo, per evitare il secondo accredito, predisporrà il piano mancante per l’emissione della nuova Lira, che circolerà soltanto in Italia come moneta parallela. Se non sarà possibile immettere la nuova Lira, si darà luogo al secondo accredito. Verranno contestualmente introdotte severe pene detentive, da 10 a 20 anni di reclusione, per dirigenti e funzionari di banca, pubblici ufficiali, magistrati e chiunque altro si rifiuti o ostacoli l’esecuzione delle misure di legge indicate in questo paragrafo e di tutte quelle connesse. Poi, quando la crisi sarà conclusa, si recederà formalmente dall’Unione Europea e l’Italia tornerà a percorrere la strada abbandonata già negli anni Ottanta.
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