I pentastellati dissidenti, gli unici a rimanere coerenti con il passato, sono: Pino Cabras, Fabio Berardini, Francesco Forciniti, Andrea Colletti, Alvise Maniero e Maria Lapia.
Una riforma che dal 2022 cambierà il quadro normativo di tutti i nuovi titoli di stato (oltre 400 miliardi all’anno) rendendo più facile una sua eventuale ristrutturazione (taglio nel suo valore)”, è il j’accuse del deputato M5S Raphael Raduzzi, che su Facebook spiega le ragioni del suo dissenso. “Una riforma del Mes – che da programma dovevamo smantellare – contro cui tutto il Movimento si era espresso in maniera contraria fino a qualche mese fa con innumerevoli post e prese di posizione a partire dall’ex capo politico. Non era un voto su Conte ma sulla riforma del Mes che già avevamo bloccato”, attacca il pentastellato, chiedendo un passo indietro del reggente grillino: “Vito Crimi dovrebbe dimettersi immediatamente da un ruolo che non è il suo per un errore così madornale che, con un’inversione a 180 gradi, rischiamo di far pagare caro a tutti ed in primis al nostro Movimento”.