Montanari e Gatti ; ” La natura è una produttrice di particelle, principalmente con le eruzioni vulcaniche, l’erosione delle rocce e gli incendi boschivi ma, salvo rare eccezioni, quelle polveri sono relativamente grossolane e per questo molto meno aggressive di quanto non siano quelle antropiche, cioè quelle che vengono prodotte da attività umane. Qualunque combustione, non importano né la dimensione del fenomeno né ciò che si brucia, comporta la formazione di polveri e queste sono tanto più fini, e quindi tanto più penetranti, quanto più alta è la temperatura di formazione. Motori a scoppio, inceneritori di rifiuti, cementifici, fonderie, riscaldamento domestico sono i produttori principali e, stante la loro diffusione, sono le fonti d’esposizione più abituali. Le particelle sono leggerissime, a volte milioni di volte più leggere dei pollini, e il loro comportamento assomiglia molto a quello dei gas. Così, come i gas, s’insinuano nell’albero respiratorio fino agli alveoli polmonari da dove, nel giro di poche decine di secondi, arrivano al sangue. In poche decine di minuti, poi, dal sangue raggiungono qualunque organo, cervello compreso, dove vengono catturate senza che esistano meccanismi biologici d’eliminazione. Fenomeno analogo accade quando le polveri vengono ingerite insieme con gli alimenti, frutta, verdura e cereali, su cui ricadono. Dall’apparato digerente le polveri passano al sangue condividendo la sorte con quelle respirate». Continua qui ;
Sorgente: «Le nanoparticelle ci fanno ammalare»