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“La libertà di espressione va esercita con responsabilità. La libertà di parola e la libertà d'azione non hanno significato senza la libertà di pensiero e non c'è libertà di pensiero senza il dubbio. Dire quello che pensi certo ti danneggia in società: ma la libertà di parola vale più di mille inviti.”

  • Categoria dell'articolo:Politica / Sociale

Il ComitatouscitaUE è lierto di presentarvi la legge di iniziativa popolare per l’uscita dall’Unione Europea , se sei interessato a firmare o a partecipare attivamente alla raccolta firme nel tuo territorio troverai il link di riferimento alla fine dell’articolo.

TESTO DELLA PROPOSTA

LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE

a norma dell’articolo 71 comma 2 della Costituzione italiana e degli articoli 48 e 49 della Legge25 maggio 1970, n. 352 . Indizione di un referendum consultivo o di indirizzo sul recesso dell’Italia dall’Unione Europea anorma dell’articolo 50 del Trattato sull’Unione Europea

Relazione:

PREMESSO CHE

In data 11 maggio 1989 si è svolto un referendum d’indirizzo, indetto con legge costituzionale 3 aprile 1989, n.2, sul conferimento di un mandato costituente al futuro parlamento europeo, in cui si chiedevaal popolo di esprimere un parere sulla necessità di trasformare le Comunità europee in una effettiva Unione;

a partire dal 1981, col divorzio della Banca d’Italia dal Ministero del Tesoro, per procedere fino al 1992 con la sottoscrizione e la ratifica del Trattato di Maastricht che istituiva la moneta unica (Euro) e conferiva pieni ed insindacabili poteri alla Banca Centrale Europea ed al Sistema Europeo delle BancheCentrali in campo finanziario e monetario, poteri confermati con la sottoscrizione e la ratifica del successivo Trattato di Lisbona (art. 130 di quest’ultimo), fino alla sottoscrizione ed alla ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità nel 2012 che conferiva l’immunità da qualsiasi giurisdizione ad un organismo formato da soggetti privati non eletti, nonostante la pressione fiscale in continuo aumento,costituita da imposte dirette e soprattutto da imposte indirette, nel corso degli anni l’Unione Europea haesteso il proprio potere di intromissione nelle decisioni interne di ciascuno Stato sovrano, ben al di là delle effettive competenze autorizzate dai trattati.Più di una volta, sotto il ricatto di non concedere linee di credito indispensabili per affrontare i problemi finanziari di singoli Paesi, e la minaccia di sanzioni, l’Unione Europea insieme al Fondo Monetario Internazionale, hanno condizionato le scelte strettamente politiche di vari Governi democraticamente eletti, non ultimo il nostro Paese.

Questo crescente potere dell’Unione Europea, rafforzatosi attraverso i successivi trattati istitutivi, ha più volte suscitato perplessità e malcontento in gran parte della popolazione.

Nel nostro Paese non si è mai potuto avere un vero confronto popolare su temi come quelli dell’architettura istituzionale e dei poteri dell’Unione Europea, perché con troppa superficialità è stata sempre opposta la previsione costituzionale che vieta in via generale di sottoporre a referendumabrogativole leggi di ratifica dei trattati internazionali, una previsione che, quando è stata concepita, non poteva tenere conto della sostanziale eccezionalità dei trattati dell’Unione Europea e che poteva, e può ancora, essere facilmente integrata con leggi.

In definitiva nonostante i continui tagli di spesa – soprattutto in tema di spesa sanitaria, che non dovrebbe privare il sistema delle risorse ncessarie e sufficienti per garantire il diritto costituzionale alla salute pubblica – ai servizi pubblici necessari ai cittadini, garantiti dalla Costituzione; al congelamento di risorse economiche accantonate, che sarebbero state utili a fornire i citati servizi pubblici, a motivo del pareggio di bilancio imposto dall’Unione Europea ed alle leggi di stabilità, nonché la crescente pressione fiscale si nota il continuo aumento del debito pubblico.

Tale aumento ipotizza un immancabile ulteriore aumento della pressione fiscale, se non con imposte dirette con quelle indirette poiché i debiti si devono pagare e le Banche, come tutti sanno, non fanno sconti.

La cruda realtà vede aumentare il fallimento e la chiusura di piccole e medie imprese, o il trasferimentodi piccole e medie imprese in paesi con una più contenuta pressione fiscale; l’impoverimento di interefamiglie che ha portato al suicidio per la disperazione molti esseri umani, perché di esseri umani stiamoparlando; l’indebitamento forzato di molti imprenditori, pensionati e lavoratori.

Pare pertanto lapalissiano constatare che l’ Unione Europea non persegue il benessere e la crescita dellacomunita’ dei cittadini che ne sono parte, non tutela gli interessi degli stessi, bensi’ di poche lobbies della finanza e dell’economia. Senza alcun controllo da organismi superiori apartitici, persegue obiettivi talora in contrasto con gli interessi della cittadinanza. Una emergenza sanitaria che ha coinvolto quasi l’intero pianeta in una pandemia, denunciata come tale dall’OMS, non ha frenato ne’ scalfito gli interessi dell’Unione Europea, malgrado le migliaia di morti. Le Istituzioni moralmente discutibili hanno tardato oltre 40 giorni prima di azionare una decisione di contenimento e di sostegno agli Stati membri coinvolti maggiormente. In termini giuridici si potrebbe qualificare una ipotesi di reato per “omissione di soccorso”.

Pertanto,- In considerazione del fatto che l’Unione Europea ci ha privato della sovranità monetaria ed in parteanche della sovranità legislativa soprattutto in campo economico.

-In considerazione che l’art.11 della Costituzione italiana consente limitazioni di sovranità in condizioni di parità, mentre e’ palese che alcuni Stati membri dell’Unione hanno posto riserve e differenti interpretazioni su disposizioni dei Trattati ponendoci in condizioni di disparità.

– In considerazione di quanto suesposto

Si auspica, in virtù della sovranità popolare chiaramente stabilita all’articolo 1 comma 2 della leggefondamentale della Repubblica, il ricorso al popolo sovrano circa il parere non vincolante sulla permanenza o sull’uscita dell’Italia dall’Unione Europea, chiedendo al Governo in caso di esito referendario favorevole all’uscita dall’Unione di impugnare l’art. 50 del TUE che al primo comma testualmente recita: “Ogni Stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dall’Unione”

SI PROPONE LA SEGUENTE LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE

a norma dell’articolo 71 comma 2 della Costituzione italiana e degli articoli 48 e 49 della Legge25 maggio 1970, n. 352

Art. 1.

1. Hanno diritto di voto tutti i cittadini italiani che, alla data di svolgimento del referendum consultivo, abbiano compiuto il diciottesimo anno di età e che siano iscritti nelle liste elettorali del comune, atermini delle disposizioni contenute nel testo unico approvato con D.P.R. 20 marzo 1967, n.223, e successive modificazioni.

2. Per la consultazione popolare si osservano le disposizioni contenute nel testo unico delle leggi per l’elezione della Camera dei deputati approvato con D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 e nella Legge 25 maggio 1970, n. 352

Art. 2.

Il quesito da sottoporre al referendum di cui all’articolo 1 è il seguente:“Volete voi che il governo italiano si faccia portavoce ed interprete della volonta’ democratica popolare ai snsi dell’articolo 1 della Costituzione italiana ed avvi la procedura di uscita dalla Unione Europea ai sensi dell’ articolo 50 del Trattato sull’Unione Europea ?”

Art. 3.1.

Il referendum è valido con qualsiasi numero di votanti e si intende approvato se ottiene il cinquanta per cento più uno dei voti validi espressi.

Art. 4.

1. La propaganda relativa allo svolgimento del referendum previsto dalla presente legge è disciplinatadalle disposizioni contenute nelle leggi 4 aprile 1956, n.212, 24 aprile 1975, n.130, nonché nell’articolo52 della legge 25 maggio 1970, n.352, come modificato dall’articolo 3 della legge 22 maggio 1978, n.199.

2. La Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi formula gli indirizzi atti a garantire l’informazione sul referendum e la partecipazione delle parti afavore e contrarie alle trasmissioni radiotelevisive dedicate alla illustrazione del quesito referendario.

Art. 5.

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale successiva alla sua promulgazione.

Link del COMITATO PROMOTORE DELL’INIZIATIVA

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