Tra dire e fare il passo è spesso molto lungo, specialmente se quel passo viene compiuto in Italia. Il 19 Luglio, a ben 15 anni dai tragici fatti del G8 di Genova e dal massacro alla scuola Diaz, il Senato ha sospeso ancora una volta la discussione sul disegno di legge che introduce il Reato di Tortura nell’ordinamento italiano. Un tema che era tornato a far discutere solo quando, nell’aprile del 2015, la Corte europea dei diritti umani aveva condannato l’Italia stabilendo che il blitz di polizia effettuato nel 2001 alla scuola Diaz, nell’ambito del G8 di Genova, doveva essere qualificato come una vera e propria “tortura”. Una sentenza che non si limitò a guardare e condannare quei fatti ma che intese altresì punire l’Italia per l’incapacità delle sue istituzioni di dotarsi di una legge per l’introduzione del reato di tortura, dopo ben trent’anni dalla sottoscrizione della “Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti” approvata dall’Onu il
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