le pistole fumano e come. Fumano per centinaia di migliaia di soggetti senza storia e fumano per sportivi professionisti, stracontrollati, giovani, sani, che si squagliano sul campo. Al Miami Open si sono ritirati in 15, una ecatombe, i casi più noti quelli di Paula Badosa, che cede durante il quarto di finale contro Jessica Pegula, e di Jannik Sinner, atterrato da vesciche improvvise al piede, fatto anomalo per un tennista professionista. Così come anomala è la malattia di Rafael Nadal, che di colpo accusa problemi respiratori: colpa delle costole, dell’usura scheletrica, dicono. In sella non va meglio: tracheobronchiti, bronchiti influenzali, infezioni delle alte vie respiratorie, ostinate, rognose, impediscono troppe gare a troppi ciclisti. Attribuite al Covid, ma scoppiano dopo la somministrazione. All’ultimo Giro delle Fiandre un turbine di rinunce, anche dal campione del mondo Julian Alaphilippe che non ha corso nemmeno la Sanremo, o al favorito Wout Van Aert: colpa del covid, dicono. Mentre a Miami Sinner e Badosa abbandonavano, in Norvegia Daniel Aakervik, diciassettenne norvegese campione Juniores di sci di fondo e biathlon, si fermava per una miocardite.
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A settembre, dopo la vaccinazione il giovanissimo campione si era scoperto una frequenza cardiaca anomala, estremamente alta. “All’inizio non sapevamo cosa fosse successo” dice il padre e allenatore Alf Morten Aakervik. Ma, da direttore medico presso l’Agenzia norvegese per i medicinali, non gli ci vuole molto a capire che situazioni del genere discendono dai vaccini Pfizer e Moderna; 40.068 effetti collaterali sospetti dopo i vaccini covid in Norvegia, secondo un report del 9 novembre 2021. A due mesi dalla somministrazione, Daniel Aakervik non riesce a sostenere gli allenamenti previsti dal suo staff, la stagione è finita, la carriera chissà. Un altro norvegese colpito da miocardite dopo il siero è il mezzofondista Filip Ingebrigtsen, fratello maggiore del campione olimpico a Tokyo 2020 sui 1.500 metri piani, Jakob Ingebrigtsen. Durante la stagione Filip ha combattuto con un fisico che non sentiva più suo e lui si sentiva sempre più sfinito. Alla fine ha avuto la sua risposta: una miocardite a causa del vaccino Covid-19. “Non è una malattia curabile, è il fisico che non risponde”, dice il padre e allenatore Gjert. Il 18 agosto del 2021 Jente van Genechten, calciatore belga di 25 anni, casca folgorato sull’erba: “Si sono spente le luci”, ricorderà poi. Era finito in arresto cardiaco dopo aver perso conoscenza in campo durante una partita con la sua nuova squadra, il Lanaken. Jente non sa ancora cosa gli sia capitato, ma sa che la sua carriera agonistica è verosimilmente finita. Lo stesso per 2021 Greg Luyssen, altro pedalatore belga, che il 16 luglio del 2021 chiude la carriera a 22 anni dopo problemi cardiaci riscontrati a seguito del vaccino anticovid. E gli va meglio che a Frederic Lartillot, stecchito dopo una partita amichevole l’11 settembre del 2021. O a Benjamin Taft, trentatreenne tedesco, secco il 5 ottobre del 2020 dopo un infarto post partita. A 33 anni. O al diciottenne Rune Coghe, anche lui infartuato – 18 anni! – ma se non altro vivo per la prontezza dei suoi compagni. Il 21 settembre del 2021 Helen Edwards, guardalinee, si accascia e deve uscire dal campo in barella durante le qualificazioni ai Mondiali per problemi cardiaci. Il 13 settembre del 2021 Dimitri Lienard, 33 anni centrocampista dello Strasburgo, va giù durante la partita: non è più stato lo stesso. Così anche l’argentino del Barcellona Sergio Aguero, stramazzato sul campo lo scorso 31 ottobre. Emil Palsson, 28 anni, è svenuto mentre giocava una partita in Norvegia. Il 26 aprile del 2021 un altro giocatore argentino, Luis Ojeda, muore di colpo. “Non sopporto l’idea di non vederti mai più”, ha lasciato scritto la fidanzata ventenne, Lola Ortiz. Il caso più eclatante, almeno per il 2021, resta quello di Christian Eriksen, danese dell’Inter: la sua corsa spastica prima di sfasciarsi sull’erba, al 42mo del primo tempo durante la partita d’esordio degli Europei del 2021 tra Danimarca e Finlandia, sciocca il mondo; lo salvano i compagni, lo strappano letteralmente alla morte. Otto mesi dopo vorrebbero farlo riprendere a giocare, ma Christian ha il cuore spaccato e lo sa. La cattiva coscienza di chi non può e non vuole riconoscere un nesso sempre più impossibile da escludere non si arresta davanti alle montagne di soldi che lo sport professionistico garantisce, senza dire delle alluvioni di fango che una ammissione tardiva scatenerebbe. Il 26 ottobre del 2021 Cienna Knowles, campionessa di equitazione di 19 anni, è ricoverata in ospedale per coaguli di sangue dopo il vaccino Pfizer. “Super sana”, come la nostra Camilla Canepa, e si ritrova devastata da coaguli di sangue dopo una somministrazione Pfizer. Il 24 agosto del 2021 Francesca Marcon, 38 enne pallavolista professionista, rivela una pericardite da vaccino.“Dal 3 agosto è iniziato il mio calvario, ho fatto la seconda dose del vaccino Pfizer e sono cominciati i problemi”. Jeremy Chardy, ex numero 108 del mondo, non riesce più a giocare e racconta il suo dramma a Le Figaro: “Mi pento di aver fatto il vaccino. Da allora, nel periodo tra le Olimpiadi e gli US Open, ho dei problemi e sto lottando. Improvvisamente non posso allenarmi, non posso giocare. Ora sono andato da due medici, ho fatto degli esami per sapere cosa ho e la cosa più importante è prendermi cura di me stesso”.
Sorgente: “NESSUNA CORRELAZIONE”? E LA FALCIDIE DI ATLETI COME LA SPIEGHIAMO?