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  • Categoria dell'articolo:Salute

 

Come tutti ormai sanno, il 22 febbraio scorso è stata fatta dalla Guardia di Finanza una perquisizione al laboratorio Nanodiagnostics di Modena a carico dei ricercatori Antonietta Morena Gatti e Stefano Montanari, direttori dello stesso laboratorio scientifico.

Tale perquisizione – consumatasi anche nell’abitazione dei due scienziati modenesi – è avvenuta a seguito della denuncia depositata dall’Ass.ne “Carlo Bortolani Onlus” di Reggio-Emilia, dove venivano accusati i soggetti Gatti e Montanari di tentata truffa.

La perquisizione ha coinvolto tutto il materiale e gli strumenti con cui i coniugi Montanari hanno condotto le loro ricerche scientifiche nel corso dei lunghi anni di attività, rei – secondo la Bortolani – di aver usufruito del microscopio per scopi di lucro, nonché richiedendo rimborsi spese per i viaggi a Pesaro (ove è ubicato il microscopio elettronico) che non sarebbero loro spettati.

Per verificare questo ipotetico reato di tentata truffa, la Procura, che ha agito con grande professionalità, ha disposto il sequestro di computer e supporti informatici in possesso e di proprietà dei due ricercatori e pure di documentazione cartacea.

Il Tribunale del Riesame di Reggio-Emilia, dopo esattamente 21 giorni – cioè il 15 marzo scorso – ha emesso il documento che garantisce il dissequestro di tutti i computer e del materiale informatico e non dei dottori Gatti Antonietta Morena e Montanari Stefano e ora, a distanza di quasi 4 settimane, tutto viene restituito.

Non appena avremo a disposizione il testo che riporta la decisione del Tribunale provvederemo a renderlo pubblico.

Dai fatti, comunque, si può facilmente evincere come il Tribunale abbia archiviato il caso perché il reato di cui i ricercatori sono stati accusati non sussiste.

Va da sé che le accuse della Bortolani Onlus risultano essere totalmente inventate ed astratte e solo volte a screditare l’operato e le stesse persone di Gatti e Montanari.

D’altronde, non passa tempo senza  che questa Onlus quereli i due ricercatori con le accuse più fantasiose, querele che, una volta comprese e verificate dalla Magistratura, vengono regolarmente archiviate, epperò poi tempestivamente ripresentate ad altro tribunale prendendosi gioco, de facto, di quella stessa Magistratura che le archivia.

Nonostante l’Ass.ne “Carlo Bortolani Onlus” sia  stata condannata nel 2014 dal Tribunale di Reggio Emilia a rimborsare con 100€ a testa ai dottori Gatti e Montanari per ogni viaggio fatto a Pesaro per utilizzare il microscopio e a coprire le eventuali spese eccedenti quella cifra, ad oggi la suddetta Onlus non ha mai pagato un centesimo: ancora una volta prendendosi gioco della Magistratura.

Questa nuova – e speriamo ultima – conclusione per insussistenza di fatti e accuse sancisce ancora una volta la trasparenza e la professionalità di questi due ricercatori, che non solo mai hanno cercato di lucrare sopra le ricerche o, più in generale, sopra il loro intero lavoro di scienziati portato avanti da più di quarant’anni, ma hanno pagato di tasca propria l’onere del mantenimento di ricerche che vanno a favore di tutti. Ciò che ci auguriamo è che questa operazione di concerto tra Procura della Repubblica e Guardia di Finanza sia servita per mettere una volta per tutte la parola fine ad una situazione obiettivamente insostenibile e senza dubbio deleteria per tutti coloro che beneficiano dei risultati delle ricerche, e restituisca non solo i mezzi tecnici minimi indispensabili ai due ricercatori ma renda loro la serenità alla quale hanno diritto dopo tanto linciaggio morale. Prendendo il bicchiere mezzo pieno, proviamo a considerare che la vicenda, sicuramente dolorosa per chi ne è stato suo malgrado coinvolto, ha messo ancora una volta la Giustizia in condizione di stabilire, come suo compito, correttamente come stiano i fatti e, dunque, tutto sommato, l’operazione non è stata inutile.

La verità che pare emergere, piuttosto, è che le ricerche dei dottori Gatti e Montanari danno fastidio. Questo è il motivo per il susseguirsi, senza sosta, di inventate e calunniose accuse prive di ogni tipo di fondamento, anche da parte di “fuochi amici”.

Screditare, denigrare, accusare, e infine tentare di porre l’etichetta di “truffatori” è l’unico modo rimasto a certuni per provare a mettere i bastoni fra le ruote a qualcosa che capiscono essere molto, molto pericoloso per il tentativo di ingabbiatura scientifica che oggi, più che mai, si tenta di fare a danno della verità.

Questa vicenda a lieto fine è la giusta risposta anche a tutti quei “profeti di sventura”, o a quei corvi pronti a fare sciacallaggio sui cadaveri che però, purtroppo per loro, non sono riusciti ad ottenere il risultato che tanto desiderano; né oggi, né mai.

La nostra Associazione, da sempre al fianco e a sostegno dei dottori Gatti e Montanari, ha solo un grido di gioia da emettere: Giustizia è fatta!

Ass.ne “Vita al Microscopio”

[…]

Sorgente: LA BORTOLANI INVENTA, E I COMPUTER VENGONO RESTITUITI A GATTI E MONTANARI – Vitalmicroscopi

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