Una grande manifestazione a Roma per sancire il diritto a cure tempestive e adeguate. Un evento nazionale per accendere i riflettori sulle terapie domiciliari Covid, per tutto questo tempo rimaste appannaggio del ministero della Salute, che a sorpresa, ancora una volta, nell’ultimo aggiornamento del protocollo domiciliare, non ha ascoltato la voce delle migliaia di medici che in tutta Italia curano i pazienti Covid con innegabile successo.
Da mesi il Comitato Cura Domiciliare Covid si batte per garantire cure efficaci agli italiani che contraggono il virus, e grazie a un attivissimo gruppo su Facebook composto da medici ed infermieri assistono a distanza chiunque ne faccia richiesta. In maniera totalmente e rigorosamente gratuita. Già oltre 415mila italiani si sono iscritti, per chiedere supporto e farsi curare a casa.
Come si cura il Covid a casa
Il principio di base, frutto di numerose evidenze cliniche, è che il Covid va trattato immediatamente, alla comparsa dei primissimi sintomi, anche molto lievi. Ancora prima di fare il tampone, anche se non compare la febbre ma un banale raffreddore, ad esempio.
Così, migliaia di persone sono state curate a casa, monitorate giorno e notte a distanza, e sono guarite, senza finire in ospedale, come invece succede a molti altri proprio perché la malattia da Covid è subdola, e dopo qualche giorno dai primi sintomi può intraprendere un percorso che rischia di rivelarsi grave, se non fatale.
Cos’è successo tra Senato, Consiglio di Stato e il ministro Speranza
Il Senato l’8 aprile scorso ha approvato un ordine del giorno che impegnava il governo ad attivarsi per un nuovo protocollo nazionale, che tenesse conto delle esperienze dei medici sul campo. Poi però è arrivato il parere contrario del Consiglio di Stato, che, accogliendo un ricorso del Ministero della Salute e dell’Aifa, ha confermato il principio della vigile attesa e del solo uso del paracetamolo.
Non solo. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha dato incarico al Dipartimento di prevenzione di creare un gruppo di lavoro per redigere le nuove linee guida senza coinvolgere i medici sul campo. E cosa ancora più incredibile è che la bozza era già pronta il 30 marzo e le linee guida sono state licenziate dopo l’esito del Consiglio di Stato e quando il Senato aveva già votato.
“E’ arrivato il momento di scendere in piazza perché è successa una cosa gravissima: per due mesi noi abbiamo dialogato con il sottosegretario Sileri che ha coinvolto il nostro Comitato, per rivedere insieme i protocolli di cura e superare le indicazioni di ‘vigile attesa e paracetamolo’” spiega il fondatore del Comitato Cura Domiciliare Covid, Erich Grimaldi. “Abbiamo avuto anche un incontro in video call con Agenas-Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che di solito redige i protocolli di cura come aveva fatto anche a novembre 2020”.
Mentre facevano tutto questo – sottolinea Grimaldi – addirittura coinvolgendo diverse forze politiche che lo scorso 9 aprile in Senato hanno approvato un ordine del giorno che impegnava il governo ad attivarsi per l’istituzione di un protocollo unico nazionale, il ministro Speranza, senza informare il suo sottosegretario, il 30 marzo aveva già fatto redigere al Dipartimento di prevenzione di cui lui ha la delega, una bozza dei nuovi protocolli di cura senza coinvolgerli. “Questa cosa in un Paese democratico è gravissima: si sta giocando con la salute degli italiani”.
Cure domiciliari Covid, i motivi della manifestazione a Roma
La politica non può e non deve fermare le cure: questo lo slogan della manifestazione di sabato 8 maggio a Roma, alle 14.30 in piazza del Popolo, nel corso della quale si terrà la Conferenza Nazionale per le terapie domiciliari Covid-19, organizzata dal Comitato Cura domiciliare Covid presieduto dall’avvocato Erich Grimaldi.
Dopo settimane di incontri con il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri con l’impegno di far partecipare i medici del comitato ad un tavolo di confronto per la revisione dei protocolli di cura domiciliare, tutto è evaporato. Improvvisamente.
“Alla fine noi siamo stati esclusi e ci troviamo linee guida ancora più penalizzanti perché escludono antibiotici, cortisone, lasciano eparina solo agli allettati” denuncia Grimaldi, “trasformano il medico in un videoterminalista che deve monitorare da lontano il paziente e fargli fare ginnastica come se uno con il Covid fosse in grado, quindi chi le ha redatte non ha mai visto un paziente a domicilio e in un momento in cui i medici vaccinati dovrebbero essere invitati ad andare a casa del paziente”.
Anziché agevolarlo e sburocratizzare il più possibile, il medico di famiglia viene vincolato ancora di più. La maggioranza dei medici infatti, seguendo queste indicazioni, si limita a dire ai pazienti di aspettare in vigilante attesa e poi, se il paziente peggiora, il suggerimento è chiamare il 118. Con evidenti conseguenze perché potrebbe essere tardi.
Riporteremo il nostro gruppo Facebook in piazza, dai camici bianchi ai pazienti guariti con la terapia domiciliare precoce, i cittadini avranno la maglia con scritto ‘Io sono stato curato con la terapia domiciliare precoce’ e altri con “Io voglio essere curato con la terapia domiciliare precoce’.
Ci saranno anche i moderatori che hanno messo in contatto pazienti con i medici, ci saranno testimonianze e si raccoglieranno firme per una petizione a Speranza in cui si chiede o di adottare anche i protocolli di terapia domiciliare o di coinvolgere anche i medici del consiglio scientifico del Comitato, così come stava facendo Sileri, nella revisione dei protocolli di cura. In piazza il Comitato chiederà anche un incontro a Speranza.
“La politica non può decidere le cure degli italiani”: per questo Grimaldi ha creato anche un’altra associazione, ‘Unione per le cure i diritti e le libertà’ che promuoverà la manifestazione insieme al Comitato Cura Domiciliare Covid.
(fonte testo tratto da Comitato Cura Domiciliare Covid)