Schilirò rischia la sanzione disciplinare e addirittura il licenziamento. Se ciò dovesse accadere, si paleserebbe davanti ai nostri occhi la definitiva vittoria della tecnica biopolitica contro il logos, dunque l’umanità. Per la prima volta in questo bailamme terapeutico, il conflitto trasmuta verticalmente. È la lotta di una donna libera contro un governo di inetti.
Quando ha preso la parola sul palco di piazza San Giovanni, l’agente era consapevole della sua scelta di intervenire contro la repressione in atto. Avrebbe dovuto pensare alla carriera? No. Vi è in gioco molto, molto di più. Difatti Schilirò ha beatamente ignorato i suggerimenti delle amiche e dei suoi parenti. Con atteggiamento indomito ha afferrato il microfono perché “chi la pensa diversamente dal pensiero dominante ha il diritto di esprimersi, anche se veste una divisa”. Perché “la Costituzione difende le minoranze”.
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Perché a volte “bisogna fare ciò che è giusto” e non “cioè che conviene”. L’ha fatto perché, corretto o sbagliato che sia, crede in ciò che professa anche se va “contro i miei interessi”. Crede che il green pass sia una “tessera della discriminazione”. Ritiene un errore “limitare il diritto al lavoro, alla libertà e alla vita sociale del cittadino”.
Sorgente: Le fiamme della ribellione divampano lungo lo Stivale